La Via del Viet Tai Chi, la Voce dei Maestri. Maestra Adriana Baldini

Perché ha scelto questa disciplina?

In realtà ho iniziato con il Viet Vo Dao, e mi piaceva molto; sono arrivata fino alla seconda striscia blu. Poi mi sono sposata ed è nata la prima bimba, per un po’ continuato ad andare in palestra, ma con la nascita del secondo figlio mi è stato impossibile continuare. La vita di una mamma lavoratrice con due figli sempre di corsa, non era così semplice, e quando il maestro Bao Lan ha aperto il corso di Viet Tai Chi, ho cominciato a fare quello e non ho più smesso.

In che modo il Viet Tai Chi influisce nella vita di tutti i giorni?

Sicuramente dopo tanti anni di pratica, mi rendo conto che mi ha abituato ad essere più riflessiva, meno impulsiva.  Ora prima di agire, di fare e di parlare, penso. Il Viet Tai Chi, mi ha dato una pace ed una tranquillità che prima non avevo. Fisicamente mi aiuta perché andando avanti con gli anni, alcuni movimenti che altre persone della mia età fanno fatica a fare, io riesco a farli ancora tranquillamente; certo faccio una vita attiva, ma la pratica del Viet Tai Chi aiuta moltissimo, e me ne rendo conto durante il mese del periodo estivo, in cui si pratica un po’ di meno. Quando a settembre si rientra in palestra, si capisce che un buon lavoro sul fisico serve sempre.

Quale e quanto è il tempo per la pratica odierna?

Più si pratica e più risultati si ottengono. Molti pensano che con una volta alla settimana si riesca ad imparare, ma non è così!  Ci vorrebbero minimo due volte alla settimana in palestra come allenamento. Poi quando si è a casa, bisogna dedicare del tempo anche a pensare al Viet Tai Chi, magari ripassare le forme che si hanno appena imparato, e poi aiuta tanto anche visualizzandole. Diciamo che più si pratica, meglio è!

In che modo il movimento fisico influisce sulla mente e la arricchisce?

Mi rendo conto che nel mio percorso da allieva, ogni forma nuova per me era un problema; ci mettevo tempo a memorizzare una sequenza e la dovevo ripetere più volte. Poi, quando si cresce e si acquisiscono i gradi imparando le tecniche e i movimenti, ti rendi conto che la memoria ha un tempo di apprendimento più veloce. La cosa essenziale però, è che la mente deve essere libera dai pensieri. Bisogna prima svuotarla per riempirla, altrimenti è difficile imparare qualcosa di nuovo.  Se si è determinati nel voler imparare una sequenza nuova, ci si riesce. Durante il periodo di lockdown, ho impiegato il tempo libero per recuperare delle forme che avevo un po’ perso.  Quando faccio il lavoro di segreteria, non riesco ad allenarmi quanto vorrei; quindi con molta forza e caparbietà ho ripassato tutte le forme. La volontà di imparare e di voler fare la forma, ti aiuta tantissimo, ma bisogna impegnarsi, sia fisicamente che mentalmente.

Come trasmettere la gioia e la voglia di praticare il Viet Tai Chi per invogliare le persone a provare questa disciplina?

Di solito spiego come è il Tai Chi molto sinteticamente; è difficile trovare le parole giuste, quindi dico che pratico Viet Tai Chi da tanti anni e che ho avuto dei miglioramenti fisici incredibili. Poi le persone mi dicono che si vede che mi piace il Viet Tai Chi da come ne parlo, perché mi vedono serena.

In che modo l’oriente si apre all’occidente attraverso la pratica del Viet Tai Chi e viceversa?

Diciamo che è l’Oriente che si apre all’occidente, e non viceversa. Premetto che oriente e occidente sono due culture totalmente diverse. Essendo stata sposata tanti anni con un orientale e frequentando una famiglia orientale, mi sono resa conto che noi occidentali abbiamo la presunzione di volere sapere tutto; in realtà le diversità tra le due culture sono molto belle, ma non dobbiamo per forza chiederci il perché di tutte le cose che non fanno parte della nostra cultura. Gli orientali hanno un modo di fare diverso, non tentano di cambiare il tuo modo di vedere le cose, lo accettano senza chiedersi il perché.

La consapevolezza e la percezione delle forme dal primo anno ad oggi, come sono mutate?

Una volta facevo le forme meccanicamente, come tutti gli allievi, poi ad un certo punto c’è un salto di qualità; ma non è detto che sia nel momento in cui diventi istruttore, potrebbe essere prima o dopo.  Succede che quando esegui le forme, ti rendi conto che le stai vivendo in maniera diversa perché le interiorizzi, e ti riescono in maniera molto fluida. L’insegnamento aiuta molto, sia a memorizzare le forme per sé stessi che per insegnarle agli allievi.

Quando si capisce di essere pronti per affrontare un esame?

Mai! Parli con una che ad ogni esame dice, adesso mi fermo e non ne faccio altri. Non mi sono mai sentita pronta.

Ci sono stati dei momenti in cui la stanchezza e la vita di tutti i giorni hanno preso il sopravvento sulla pratica?

Si è successo. In passato per problemi familiari ho lasciato questo luogo. Sono stata via due mesi e in quel periodo di tempo ho sofferto tanto. Avevo provato a fare Tai Chi in un’altra palestra, ma non era la stessa cosa. Per me questa è la palestra dove 39 anni fa ho firmato il contratto d’affitto, e dove ho sempre dato tanto; questo luogo è un posto speciale, irrinunciabile, e quando sono ritornata per mia scelta, sono felice di averlo fatto.

Quali sono i doveri degli allievi verso i maestri e viceversa?

Premetto che come professione, oltre ad essere una maestra di Viet Tai chi, sono stata anche una insegnante di matematica per molti anni. Per me è stato come continuare nell’insegnamento. il rispetto reciproco è la cosa fondamentale; non deve mai mancare, sia da parte del maestro che dell’allievo.  L’allievo deve apprendere senza porsi troppe tante domande.  Il problema degli allievi in genere è che ti chiedono: ma maestra perché devo fare questo movimento? E io rispondo, prima impara a farlo, lo memorizzi e poi ti spiego il perché, altrimenti se non lo impari non andiamo da nessuna parte.  Il maestro ha il dovere di insegnare nel migliore modo possibile, per vedere la crescita degli allievi.  Un’altra forma di rispetto è che gli allievi devono comunicare se non vanno in palestra, perché il maestro e lì per loro. Quando l’allievo si prende un impegno, lo deve portare a termine. Un allievo può avere anche un periodo di crisi e decidere di non venire più in palestra per un po’ di tempo; questo non comporta che debba dire i suoi motivi personali, ma deve comunicare che non verrà per quel determinato periodo, per rispetto di tutto quello che gli ha dato il maestro negli anni di insegnamento.

Ha una massima o una citazione propria che le piace usare?

No.

Si ricorda un aneddoto che le è successo sia da maestra che da allieva?

Io sono molto sensibile alle musiche, mi piace allenarmi con una musica di sottofondo, ma non tutte le musiche mi piacciono. Al mio esame di primo Dang non avevamo le musiche legate alle forme come ora, e mi ricordo che agli esami poteva capitare qualsiasi tipo di musica; a me capitò una musica tipo di quelle folcloristiche della montagna con tanto di campanelle, così appena iniziata la forma di spada mi bloccai e dissi, ma io non posso fare l’esame con questa musica! Così me la cambiarono e ricominciai l’esame, ricordandolo ora mi fa sorridere.

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