Perché ha scelto questa disciplina?
Ho sempre praticato sport agonistici ad un buon livello, ma ad un certo punto ho sentito il bisogno di fare qualcosa di diverso; sono sempre stata affascinata dalla filosofia orientale, così ho cercato dei corsi di Tai Chi. Un giorno mentre andavo a prendere una mia conoscente in palestra, ho sentito la canzone “El condor pasa”, e così, rapita da questa melodia, sono entrata incuriosita ed ho visto delle persone che eseguivano dei movimenti lenti ma che emanavano una forte energia, era il 1999, l’anno in cui iniziai.
In che modo il movimento fisico influisce nella mente e la modifica arricchendola?
Quando si pratica qualsiasi disciplina che coinvolga il fisico, automaticamente la tua mente subisce delle variazioni. Nella nostra disciplina, la grande filosofia apre un mondo infinito. Sta a noi coltivare corpo e mente con pazienza, senza competizione ma con costanza, partendo dal fisico, gradino dopo gradino, si riesce a percepire il cambiamento, ed alcune cose appaiono con tinte diverse.
Quale e quanto è il tempo per la pratica quotidiana?
Il bello del Viet Tai Chi è che lo puoi praticare ovunque, anche in poco spazio, da solo o in compagnia, per dieci, venti minuti, anche per un’ora o più… praticare tutti i giorni sarebbe bellissimo, ma a volte non si riesce a conciliare con il ritmo frenetico della vita. A livello mentale si può ripassare la sequenza, o un determinato movimento che ci sembra di non avere eseguito bene durante la lezione, è sempre una forma di allenamento pure questa. Per motivi personali non riesco a praticare assiduamente come vorrei, ma ripasso mentalmente ogni giorno le forme, leggo e continuo a fare entrare il Viet tai Chi nella mia vita.
Ci sono stati dei momenti in cui la stanchezza e la vita di tutti i giorni hanno preso il sopravvento sulla pratica?
Ad ognuno di noi penso sia capitato un momento di stanchezza, ma come ho detto prima, il mondo del Viet tai Chi è così vasto che si può sopperire studiando, leggendo, facendo ricerche, aspettando con pazienza di ricominciare.
Come trasmettere la gioia di praticare questa disciplina a chi non la conosce?
Con naturalezza, passione e coerenza, il resto viene da sé.
In che modo l’occidente si apre all’oriente attraverso la pratica del Viet tai Chi e viceversa?
L’occidente apre le porte alla conoscenza di una civiltà millenaria.
L’oriente apre le sue porte per divulgarla.
Quali sono i doveri degli allievi verso i maestri e viceversa?
I maestri insegnano e indicano la via, gli allievi praticano e studiano. Alla Base ci deve essere rispetto ed umiltà per tutti, ricordando che si è sempre allievi e che dopo ogni traguardo vi è sempre una ripartenza.
Quando si capisce di essere pronti per un esame?
La valutazione spetta all’istruttore che ci segue. Noi dobbiamo valutarci consapevolmente ed essere sempre obbiettivi sulle nostre capacità, cercando di non avere fretta, ognuno ha i suoi tempi. Un esame incute sempre un po’ di agitazione (a qualsiasi livello), ma ricordiamoci che non deve essere una competizione, bensì una gioia.
Un aneddoto come maestra e come allieva.
Come maestra, mi ricordo quando in una palestra piena di confusione, il mio primo allievo prese la sua cintura da istruttore, ed in lacrime venne ad abbracciarmi; penso che ricorderò per sempre la sua sincera felicità.
Come allieva ricordo i lunghi viaggi da Torino a Padova, a volte in giornata e spesso da sola, con la radio a tutto volume, ma con la gioia e la voglia del giorno dopo di ricominciare a praticare, e con la consapevolezza di aver incrementato il mio bagaglio di conoscenza, e di fare parte di un bellissimo gruppo di persone.
Ha una massima o una citazione che le piace usare (propria o altrui)?
Non so di chi sia questa citazione, l’ho letta un giorno e mi piaciuta:
Non competere con nessuno
non devi dimostrare niente a nessuno
non devi arrivare dove sono arrivati gli altri
devi solo superare i tuoi limiti
sii la migliore versione di te stesso.
