Pesaro è una esperienza da provare.
Pesaro è il centro energetico del Viet Tai Chi.
Pesaro è qualcosa di unico!
Siamo partiti venerdì mattina, quasi all’alba. Eravamo carichi di una energia che fluiva in ognuno di noi e si riversava sull’altro. C’era chi doveva fare gli esami per passare di grado e diventare una cintura nera, e chi doveva fare il suo primo esame.Durante il viaggio scortati dal sole, ripetevamo le formule, i poemi, si parlava di Viet Tai Chi. C’e questo filone che accompagna durante il viaggio: chi troveremo, cosa faremo, ci saranno nuove forme, si consolideranno altre forme eseguite in passato; una cosa è certa, Pesaro è emozione viva che pulsa.T
Appena arrivati all’albergo ci siamo diretti al palazzetto dello sport. Ecco, quando si varca quella porta con impressa la scritta “ingresso Atleti”, ti senti un privilegiato. Il fatto di fare qualcosa per se stessi, per il proprio benessere e per la passione che senti dentro, quella è una cosa che ti dona una gratitudine interiore che si rispecchia esteriormente.
Puoi avere venti, trenta, cinquant’anni e più, ma un atleta è sempre un atleta a qualsiasi età. L’importante è praticare.
Il giovedì e il venerdì si svolgono gli esami, per chi li fa e per chi accompagna i colleghi, è una opportunità vederli. Si impara sempre dagli altri, dal modo in cui affrontano gli esami, dal tripudio di gioia appena finito di fare la prova, e a volte da qualche lacrima.
E’ bello vedere come gli stati d’animo diano vita a vere e proprie performance condensate in anni di studio; si perché il Viet tai chi non si improvvisa. Si passano ore ed ore a controllare la respirazione, il movimento di una mano, la posizione giusta, un sigillo. Si cerca di migliorare ogni volta che si pratica; succede ad un certo punto, che la forma prenda vita e si inizia a vedere il disegno nell’aria. Lo spazio che un corpo in movimento occupa.
Finiti gli esami si comincia con lo stage. I maestri ci dividono in gruppi e iniziamo a praticare. Fuori comincia a piovere, ma nulla ci ferma. Ci si allena anche con il brutto tempo. Sembra strano, ma mentre si fa Viet Tai Chi sotto la pioggia, non ci si ammala. Alleniamo il nostro corpo a far scorrere l’energia, proviamo una specie di indolenzimento a fine sessione che scompare poi sotto una doccia calda, ma che lascia una energia incredibile. Ti senti più giovane di almeno venti anni. Eh sì, il Viet Tai Chi ringiovanisce.
Alla sera dopo cena, usciamo e andiamo a passeggiare sul lungomare. È una bella occasione di aggregazione tra di noi. Ci si ritrova con quelli dell’anno prima, o i frequentatori di stage. È bello salutarsi e condividere esperienze passate in questo anno di pratica. Mente torniamo all’albergo comincia a piovere e sarà una costante di questi giorni, ma non importa. Siamo qui per allenarci, imparare cose nuove e condividere, la pioggia non rovinerà i nostri programmi.
Al mattino siamo belli carichi. Quando entriamo nel palazzetto siamo chi con un Dang in più, chi con la certezza di aver passato l’esame di cintura nera, chi con la gioia di aver terminato il proprio anno di studio. Gli esami sono una opportunità per ambo le parti. Ai maestri dà la possibilità di vedere i nuovi allievi e cogliere le loro energie cercando di convogliare in direzioni più mirate, mentre per gli allievi è una occasione di vedere quanto hanno appreso durante l’anno e di “ mettersi in gioco con se stessi” , nel tentativo di superarsi e abbattere dei limiti che non sapevano di avere.
il sabato è anche il momento molto atteso delle dimostrazioni. Ogni scuola porta una esibizione creata per lo stage internazionale di Pesaro. È bello vedere come la creatività e la diversità si fondino in quei tre minuti in cui si cerca di fare qualcosa di nuovo per presentare il proprio gruppo agli altri.
Quest’anno la Maestra Anna Campo ha pensato di fare una dimostrazione della forma Truong Mien con i vestiti della tradizione Vietnamita, belli, colorati e fluidi. E’ stata una cosa molto gradita, un regalo per tutte noi istruttrici.
Naturalmente le esibizioni dei maestri sono quelle che regalano grandi emozioni, e quella del nostro Gran Maestro Bao Lan è un vero regalo per gli occhi. Certe cose vanno assaporate e godute per portarsele dentro al cuore.
Quando ritorniamo all’albergo siamo soddisfatti, felici, ma ci rendiamo conto che lo stage volge verso la fine, e con una punta di malinconia per tutte le cose belle, ci si addormenta.
La domenica mattina si apre con cerimonia della cintura; è sempre una emozione vedere i volti dei nuovi cinturati, la cerimonia è molto toccante e il giuramento ci unifica tutti. Le parole che usa il gran Maestro Bao Lan arrivano dritte al cuore. Quest’anno poi si celebrano in maniera particolare i maestri Anna Campo, Ines Campo , Claudio Beducci e Adriana Baldini per il conseguimento del loro V Dang e i loro anni spesi ad insegnare.
Degli allievi, ora istruttori i quali hanno iniziato sin dal primo anno, ricordano degli aneddoti che hanno condiviso coi loro maestri in questi anni di insegnamento. Alcuni sono molto toccanti, e si evince il fatto che gratitudine e aiuto sono davvero presenti nella loro attività di insegnamento. Alla fine ci si saluta e si ringrazia. Il prezioso lavoro di chi sta dietro le quinte, della instancabile e discreta Maestra Cristina Faggiotto e di Marika.
Quando pranziamo e poi ci salutiamo, ci si rende conto che i giorni son volati. Gli stage sono così, un tripudio di cose da fare, imparare, provare. Sono tutte belle emozioni che si depositeranno dentro ai nostri cuori e alle nostre menti.
Le lasceremo decantare come il vino buono per berle a piccoli sorsi, in maniera che possano durare fino al prossimo stage.
Pesaro è una emozione bellissima, che val la pena vivere, arrivederci al prossimo anno.
Di Marzia Nicchio