La Via del Viet Tai Chi, la Voce dei Maestri. Maestra Loreta Pedò

Perchè ha scelto questa disciplina?

In passato ho praticato le arti marziali con il maestro Lupatin, poi per motivi di salute , dopo una brutta operazione, il mio fisico non poteva più  sostenere i  combattimenti corpo a corpo.  Così decisi di provare altre discipline, e per dieci anni ho frequentato palestre e corsi alternativi, ma non riuscivo a trovare niente che mi piacesse veramente. Un giorno il mio  maestro di arti marziali  mi chiama   dicendomi : vieni a provare il Viet tai chi, c’è il maestro Bao Lan che tiene un corso alla palestra ‘ La porta di legno’. Dopo la prima lezione ero già sicura che quella fosse la mia disciplina a tutti gli effetti.  Era il 2004; il primo anno imparai le forme, e il maestro mi disse di fare l’esame; io non avevo tutta sta voglia di fare esami dopo una vita passata a farli. Ho un passato di Insegnante, quindi prima all’ università, poi a scuola; tra l’altro non sapevo che nel Viet Tai Chi si facessero anche gli esami. Il Maestro mi disse: sei pronta, andiamo a Cesenatico a fare l’esame. Da quel momento tutto è stato vissuto in maniera naturale, senza forzature, fino al giorno in cui mi sono ritrovata maestra. Sembra ieri quando ho iniziato.

In che maniera il VTC influisce nel modo di rapportarsi nella vita di tutti i giorni?

il Viet Tai Chi mi ha messo in contatto con il mio corpo. Mentre l’arte marziale ti potenzia, fai muscolatura, con il Tai Chi scopri che puoi fare delle cose che non pensavi di fare, perché e alla portata di tutti; ognuno lo fa secondo le sue possibilità. Cominci a piegarti un po’ di più, fai dei salti, cominci a prendere coscienza con i muscoli di tutto il corpo; in una parola, ti equilibra.  Il Tai Chi ti rende felice; praticandolo si addolcisce il movimento e influisce nel carattere. Le persone che praticano il Tai Chi, raggiungono un equilibrio. Poi il Tai Chi aiuta la memoria. Il lavoro che facciamo in palestra, sia di esecuzione che di teoria, ti aiuta tantissimo a ricordare le cose nella vita di tutti i giorni.  Per chi insegna, è un aiuto in più. Bisogna elaborare dei metodi per imparare ad insegnare quel determinato movimento ad una persona adulta. Nel Tai Chi abbiamo visto che gli iscritti sono per la maggior parte persone adulte, quindi il metodo di insegnamento varia da persona a persona. Nello studiare come farlo, si fa già un buon lavoro a livello mentale, e questo nella vita di tutti i giorni, crea una certa elasticità che serve sempre. Mi ricordo il caso di un ragazzo che era timido, insicuro quando iniziò, ma dopo qualche anno, vidi la completa trasformazione. Aveva assunto un altro aspetto, fisico e mentale, di sicurezza in sé. Il Tai Chi aiuta tantissimo anche in questo senso.  Dà sicurezza e forza nella vita di tutti i giorni.  

Quando si capisce di essere pronti per affrontare un esame?

Non ci si sente mai pronti per un esame; ma la bellezza di un esame è una opportunità di imparare qualcosa di più. Ho sempre avuto la fortuna di trovarmi davanti il Maestro Bao Lan all’esame, e questo per me è stata una fortuna, perché durante gli esami ho sempre imparato qualcosa di più. Il maestro Bao Lan, conoscendo il mio punto debole, mi faceva sempre la domanda su quello, dandomi l’opportunità di ragionarci insieme e imparando qualcosa di più. Se il tuo insegnante ti dice sei pronto per fare l’esame, vuol dire che lo sei. Come insegnante in commissione di esami invece, mi sono trovata davanti persone che non sapevano molto, perché pensavano che bastasse solo la pratica; ma il Viet Tai Chi è un mondo completo. Bisogna studiare anche il poema e La teoria. Non si può sottovalutare l’importanza di un dang. Ci sono talmente tanti aspetti da sapere nelle forme, che non si finisce mai di imparare. Desidero anche sottolineare quanto sia importante il corso istruttori; ogni volta che lo si frequenta, si impara sicuramente qualcosa.

In che modo il movimento fisico, influisce sulla mente e la psiche e la arricchisce?

Il VTC hi ha dei movimenti bellissimi. La ricerca del movimento bello, intesa come bellezza in sé, migliora l’uomo a livello interiore.  Tu vai a vedere una mostra di quadri, leggi un libro, ascolti della musica e sei felice. Quando fai le cose belle, sei felice. Quindi La ricerca del movimento perfetto, non vuol dire solo migliorare nelle gambe, la postura, la flessibilità, ma è quello che ti porta e ricercare una perfezione interiore che ti rende felice e ti dona equilibrio. Avere la mente equilibrata nella ricerca del bello, ti fa pensare bene, agire bene, e ti porta ad avere una sorta di benessere interiore. E’ una ricerca dell’arte del movimento perfetto. Le persone cambiano in meglio, e riescono ad affrontare gli imprevisti della vita con più serenità ed accettazione.

La consapevolezza e percezione delle forme dal primo anno ad ora, come sono mutate?

All’inizio facevo un sacco di domande. Entravo in palestra, facevo le cose e d alzavo la mano per fare le domande. Il maestro non mi rispondeva mai, e pensavo perché non lo fa?   Lui spiegava pochissimo, il maestro di venti anni fa spiegava davvero pochissimo. Poi a forza di vedermi lavorare tanto in palestra, aveva capito che il mio interesse era totale. Così cominciò a rispondere alle domande. Alla forma ci arrivi un poco alla volta, più ci lavori, più capisci. Io consiglio di leggere tanto il poema, non una o due volte, ma almeno trenta volte, devi vivere la forma collegandola con il poema, per entrare bene in essa. La bellezza del Tai Chi è questa, entrarci dentro.  La cosa bella del Tai Chi è che in palestra non esiste il ventenne o il sessantenne. Io non sono mai stata trattata da anziana nel Viet Tai chi. Certo ognuno di noi ha delle potenzialità legate anche alla età, ma tutti ci arrivano a finire la forma. Quello che succede nei corsi di ginnastica per anziani in certe palestre, è una cosa avvilente. Gli insegnanti trattano gli anziani come persone vecchie, che non capiscono. Invece non è così. Ho allievi di ottant’anni che riescono a fare le forme e a ricordarle. Basta studiare il metodo giusto. Ma non tratto la persona come fosse ‘vecchia e rimbambita’, posso spiegare sia la forma che il poema, in modo che ci sia la voglia e la gratificazione che ne deriva dopo averla eseguita, e questo deve essere accessibile ad ogni età.

Quanto tempo si deve dedicare alla pratica quotidiana?

Alle mie allieve, indico degli esercizi da fare a casa, mirati ai loro problemi fisici.  A chi ha male alle anche indico certo tipo esercizi, a chi ha male alla schiena ne dò degli altri. Vedo che loro li fanno e poi me lo dicono, “mi sento meglio e sto meglio”. Per la memoria dico sempre ai miei allievi: alla sera allenate la memoria, pensate alla forma visualizzandola e anche facendola. Ci vuole un metodo di studio, e la pratica quotidiana nei tempi e nei modi individuali, aiuta molto.

Come trasmettere la gioia e di conseguenza l’arricchimento del bagaglio, per invogliare le persone ad intraprendere la disciplina?

Se le persone vedono la passione che ci metti nel fare Viet Tai Chi, stai sicura che vengono e si iscrivono. Gli allievi che ho avuto in questi anni, si sono iscritti dopo aver provato la lezione di prova, spinti dal mio entusiasmo nel fare Tai Chi.  Bisogna trasmettere la propria passione anche agli allievi. Devi essere soddisfatto, vedere che il gruppo ti segue senza difficoltà, in modo che sia gli allievi che l’insegnante sia contento del lavoro fatto. Bisogna dare la possibilità a tutti di esprimersi, insistere su certi esercizi, ma se il gruppo non riesce a fare quel determinato esercizio, cambio, ne faccio un altro.  Coinvolgo il gruppo in modo che escano contenti dalla palestra. La lezione deve essere una gioia è una soddisfazione. Imparare la prima forma di spada, di ventaglio… La cosa bella degli allievi è che quando ci riescono, glielo leggi negli occhi la felicità di esserci riusciti. Voglio che si sentano felici come quando uscivo io dalla palestra dopo la lezione con Il Maestro Bao Lan .

Quali sono i doveri degli allievi verso il maestro e viceversa.

Il rispetto reciproco prima di tutto. Devi sempre guardare chi hai di fronte, e avere rispetto per la persona. Come maestro non devi mai mettere un allievo davanti all’altro. Il maestro Bao Lan dice sempre, non è solo l’allievo che sceglie il maestro, ma è anche il maestro che sceglie l’allievo; nel senso che se non sei adatto al gruppo e a rispettare le regole, non sei adatto.  Il Viet Tai Chi è uno sport individuale, ma che si pratica in gruppo, per quello il gruppo deve essere coeso.  L’allievo deve avere fiducia nel suo Maestro, sia nell’insegnamento che nel metodo in cui gli viene insegnato.

Ci sono stati dei momenti in cui la stanchezza e la vita di tutti i giorni hanno preso il sopravvento sulla pratica?

Per me no, anche se quello che ho passato gli ultimi dieci anni avrebbe messo a dura prova qualsiasi persona. Il  Viet Tai Chi mi  ha aiutato a superare dei momenti veramente critici, nel modo giusto.  Per stare bene dovevo fare Tai Chi, resistere e praticare. Poi quando esci dalla palestra ti senti meglio. La respirazione, l’energia che circola bene. Tutto questo  mi ha aiutato tantissimo, è così presente in me da non farmi sentire la stanchezza.

In che modo l’occidente si apre all’oriente attraverso la pratica del VTC e viceversa?

il maestro Phan Hoang ha adattato la disciplina per noi occidentali, altrimenti il Tai chi sarebbe stato troppo duro. Quando sono stata in Vietnam, ho visto come il movimento fisico lì sia alla base di tutti i giorni. Si svegliano al mattino e fanno movimento, alla sera dopo il lavoro movimento. Praticano Arti Marziali e in genere qualsiasi tipo di ginnastica. La loro cultura insegna che il movimento fa bene e lo fanno. Per noi è diverso. Siamo più sedentari. Solo nell’ultimo decennio si è capito sul serio quanto sia importante il fatto di muoversi, ed ecco che si trovano palestre ovunque, si fanno corsi di ogni genere.  Quello che è diverso tra oriente e occidente, è l’approccio che è molto legato al buddismo. Mente e corpo collegati. Per noi è diverso, noi vediamo il corpo, la mente e lo spirito. Con il Tai Chi ci si avvicina a questo mondo, e ci piace. Facciamo le stesse cose, ma le dividiamo: la mente, il corpo e lo spirito.  Per noi è diverso già dal punto religioso, ma è bello così. Siamo nati qui e abbiamo una cultura diversa; ma niente ci impedisce di prendere quello che è buono dall’oriente per arricchirci ancora di più.  Diciamo che non puoi vivere da orientale se sei occidentale, ma puoi cercare di cogliere quello che ti fa bene, e cercare la disciplina che ti fa stare bene. L’importante è che tu scelga proprio quella giusta per te.

Ha una Massima o una citazione propria o altrui?

C’è una frase che dico sempre alle mie allieve, che come tutti tendono un po’ a lamentarsi, mal di testa, mal di schiena… Allora uso una frase che dice spesso Bao Lan: stai bene? Vai in palestra. Non stai bene? Vai in palestra.

Un aneddoto come allieva e come maestro.

Ho sempre questo ricordo del maestro che all’inizio gli facevo tantissime domande e lui non mi rispondeva; poi un giorno verso la fine dell’anno accademico, dice ad alta voce, beh rispondo a questa domanda della   Loreta, perché è una che studia.  Praticamente aveva risposto alla mia domanda dopo mesi… A ripensarci questa cosa mi fa sorridere.

Come insegnante: ho una allieva che mi dice sempre, ma a me non l’hai detta questa cosa, io non sapevo di questo… Ogni volta mi viene da sorridere pensando al perché non sia stata attenta, è evidente che quando parlo in palestra mi rivolgo al gruppo, ma da dieci anni a questa parte, non l’ha ancora capito.

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