La Via del Viet Tai Chi, la Voce dei Maestri. Maestra Silvia Di Foglio

Perché ha scelto questa disciplina?

Ho scelto questa disciplina a causa del mio mal di schiena. Avevo cominciato a fare dei massaggi perché dopo anni passati a danzare, mi ero fermata per via degli impegni famigliari,; poi  con la nascita dei figli ho abbandonato totalmente la danza, e mi sono  bloccata con la schiena. Un giorno mia sorella mi disse che una sua amica aveva scoperto che facevano un corso di Viet Tai Chi, e così ci sono andata anche se pensavo di non farcela per via dei miei dolori alla schiena. Poche settimane prima, mi ero iscritta ad un corso di ginnastica per la terza età, ma una volta cominciato il corso, mi accorsi che gli esercizi facevano peggiorare il mio mal di schiena, così dissi all’insegnante non potevo più andarci, ed è per questo che quando andai a fare la lezione di prova del Viet Tai Chi ero molto scettica di riuscire a portarla a termine.  La prima lezione invece, fu una esperienza folgorante, perché il Viet Tai Chi mi ha permesso in qualche modo  di ritornare sui miei passi, un antico amore, la danza.  Non vedevo  questa grande differenza tra la danza e il Viet tai chi: la musica, i movimenti armoniosi, la disciplina, l’energia che scorre. L’unica differenza è che il Viet tai chi è più marziale  della danza. Quel primo incontro, cambiò totalmente la mia vita. Mi sentivo bene e stavo decisamente meglio alla schiena. Mi sembrava di non avere mai interrotto quel filo che mi legava alla danza facendo Viet tai chi. Era un percorso che dovevo incontrare di nuovo nella mia vita. Ad oggi ritrovo le stesse sensazioni che provavo quando ballavo, la stessa energia, la stessa passione.

In che modo il Viet Tai Chi influisce nella vita di tutti i giorni?

Il viet tai chi occupa tantissimo posto nella vita di tutti i giorni. A livello mentale mi aiuta a gestire meglio e organizzare le cose da fare, a livello fisico penso che se non avessi avuto il viet tai chi, mi sarei bloccata fisicamente. L’energia che scaturisce dalla lezione mi carica e mi da la forza per fare altre mille cose. Io faccio Viet  tai chi alla mattina, e per me è molto importante, perché durante il giorno ho la forza di fare mille cose. Non mi sento stanca, anzi, mi ricarica e mi rilassa allo stesso tempo.

Quale e quanto è il tempo per la pratica odierna?

La pratica odierna è quando sei a casa, a scuola apprendi, ma a  casa elabori e pensi a quello che hai imparato. È importante che una volta a casa si pratichi, anche poco  ma ogni giorno. A casa bisogna fare un lavoro di ricerca per se stessi , ed è quello che serve per evolvere. Essere allievi  è un bel ruolo,  e sono felice  di esserlo sempre , per  avere in me quella curiosità necessaria alla naturale evoluzione del Viet tai chi. Si è maestri ma si è prima di tutto allievi.

Quando si capisce di essere pronti per affrontate un esame?

Quando te lo dice il maestro. Tu non sei mai pronta, specialmente se sei esigente con te stessa, ma se il tuo maestro ti dice sei pronta, allora lo devi  fare e crederci.

Quando un mio allievo mi dice che non è pronto ed io insisto per il contrario, capisco che non ha fiducia in me come maestro, forse non sono stata molto convincente, così mi pongo delle domande e ci ragiono. Capisco  la paura che ha l’allievo di fare l’esame,  a volte ci si blocca per questo, ma la fiducia nel maestro deve essere totale. Il maestro non ti manda allo sbaraglio, sa che puoi farcela.

In che modo il movimento fisico influisce nella mente e la arricchisce?

 Conquistando il movimento rinforzi l’autostima che hai di te stessa,  dunque, quello che pratichi deve darti la forza di superare quelle paure e le insicurezze per affrontare i tuoi limiti e andare oltre. Il fisico gioca un ruolo molto forte sulla tua mente, modificandola, la inganna e le fa fare cose che non pensava di riuscire a fare. La mente viene stimolata dal movimento anche durante l’apprendimento della sequenza, delle tecniche e  del poema.

Come fare per trasmettere la gioia e la voglia di praticare il Viet tai chi a chi si iscrive per la prima volta in palestra?

Tu devi essere la gioia e l’esempio.  Più vivi quello che pratichi con convinzione, più tutto questo traspare sul tuo volto , ed è questa la cosa che  viene trasmessa a chi si avvicina alla pratica.

Il Viet Tai Chi è una ricerca interiore che si riflette all’esterno

In che modo l’oriente si apre all’occidente attraverso la pratica del Viet Tai chi e viceversa?

Questa è la parte più complessa per chi insegna. Bisogna insegnare un ‘arte che viene dall’altra parte del mondo, dove c’è un modo di interagire con comunicazioni diverse, dove fin da piccoli gli orientali crescono tra le arti marziali. Molte volte ho provato ad insegnare agli allievi secondo un metodo più orientale, senza tante spiegazioni, ma poi mi rendevo conto che gli allievi mi guardavano con occhi strani, così tornavo al metodo più occidentale.

La consapevolezza e percezione delle forme dal primo anno ad oggi come è cambiata?

Un abisso…dal primo anno ad oggi. Negli anni ti vengono dati degli step e tu li devi seguire, devi imparare a muoverti, le tecniche, capire cosa è un poema…nelle fasi successive nei livelli più alti, comincia la consapevolezza, anche se lo vivi ancora in maniera abbastanza accademica. Poi il movimento comincia a fluire. Ma la cosa più bella è stata durante il IV dang, con la forma 48, è stato come un oceano che ti cade addosso e ti riveste di sensazioni bellissime. Ti racconto questa cosa, io e mio figlio siamo andati in Vietnam e vicino alla nostra pagoda, arrivava il canto del Sutra del Cuore. Un giorno mi accorsi che mio figlio era estasiato mentre ascoltava il canto, allora lo chiamai per attirare la sua attenzione, e lui mi disse, perché mi disturbi, mi hai fatto tornare. Ecco, succede così ed è la cosa più bella. Estraniarsi in cui senti solo il tuo respiro e la tua mente, e  in quel momento tu stai vivendo la forma, non la stai subendo, ma esce fluida con gioia, è come se tu fossi la forma stessa. L’evoluzione sta nel riuscire ad avere la mente aperta per fare entrare il Viet tai  chi.

Ci sono stati dei momenti nella vita di tutti i giorni in cui  ha pensato di lasciare la pratica?

Si, a volte nella vita capitano le fasi dei momenti più difficili in cui pensi di mollare. Inizialmente mi è capitato qualche volta, ma poi quando pensi di mollare, ripensi al tuo gruppo, alla energia che ne deriva, ai limiti fisici che hai superato. Bisogna diventare forti e strutturati per non lasciare la disciplina. Succede anche nel mondo della danza, si parte in tanti ma poi restano quelli che vanno avanti ed hanno amore per se stessi.

Quali sono i doveri degli allievi verso i maestri e viceversa?

Il dovere dell’allievo è avere completa fiducia del suo maestro, ci vorrà del tempo, ma lui deve fidarsi del maestro. Il rispetto è fondamentale.  La cosa più importante tra istruttore e allievo, è questo rapporto costruito insieme lezione dopo lezione, basato sul rispetto e sui valori del Tai chi; non è un rapporto di amicizia, è un essere allievi ed essere maestri.  Gli allievi sono fondamentali per i maestri, io non sarei mai diventata maestra senza allievi, è un dare e un ricevere, sempre.  Un maestro deve essere coerente con quello che insegna.

Ha una massima o una citazione propria o altrui che le piace usare?

Quello che spesso dico ai miei allievi è:

“Imparate a credere in voi stessi, perché io già lo credo”.

Ha un aneddoto come maestra e come allieva?

Spesso lo racconto anche alle mie allieve: in palestra ho sempre occupato lo stesso posto fin dall’inizio, lezione dopo lezione, anno dopo anno.  Un giorno il maestro si volta verso di me e dice, certo che chi ha lasciato quel posto deve avere avuto una buona energia. 

Quando spiego qualcosa ai miei allievi, mi metto sempre in quel posto, è dove ho iniziato, e mi piace pensare che sia intriso  di energia positiva.

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