Perché ha scelto questa disciplina?
Praticavo già Viet Vo dao, e ad un certo punto il Maestro Bao Lan mi consigliò di fare Viet tai chi per aiutarmi nel recupero di piccoli infortuni. Il Viet vo dao stava diventando molto impegnativo per me; così per un periodo ho praticato sia l’una che l’altra disciplina, e alla fine ho scelto il Viet tai chi.
In che modo il Viet Tai Chi influisce nella vita di tutti i giorni?
Il Viet tai chi influisce nella vita di tutti i giorni perché dona un grande senso di benessere. Non potrei vivere senza farlo, fa parte della mia vita.
Quale e quanto è il tempo per la pratica odierna?
Diciamo che io pratico tutti i giorni, perché sono tutti i giorni in palestra, sia come allievo e maestro. Poi, tra il corso istruttori e gli stage pratico tantissimo. Consiglio ai miei allievi di praticare tutti i giorni al mattino almeno cinque, dieci minuti ripassando una forma. Questo permette di risvegliare bene il corpo iniziando la giornata con una energia diversa, sentendosi ricaricati. Alla sera, consiglio invece di ripassare qualche minuto le forme mentalmente prima di dormire.
In che modo il movimento fisico influisce sulla mente e la arricchisce?
il movimento fisico arricchisce la mente nel senso che la svuota da certi pensieri, e il corpo automaticamente si rilassa. Accumulare un sacco di pensieri e non praticare nessun tipo di sport, influisce in maniera negativa sulla mente. Riuscire a ritagliarsi del tempo praticando una attività fisica, è una buona pratica per la mente. Il Viet tai chi aiuta tantissimo a svuotare la mente, creando una sensazione di leggerezza. Non è facile perché la mente è complessa, però si può alleggerirla.
Quando si capisce di essere pronti per affrontare un esame?
Se dipendesse da noi, credo mai. Noi non siamo in grado di stabilire se siamo pronti ad affrontare un esame, però dopo un buon lavoro in cui si è progrediti, e il tuo istruttore ti dice che è arrivato il momento, vuol dire che è giusto così. Devi credere nel tuo istruttore.
Come trasmettere la gioia e la voglia di praticare il Viet Tai Chi alle persone che si iscrivono per la prima volta in palestra?
Con il sorriso interno. Se una persona ti vede che stai bene ed hai raggiunto uno stato di benessere mentale che traspare dal di fuori, è il migliore biglietto da visita. La cosa che dico sempre è, provare qualche lezione e vedere l’effetto che fa.
In che modo l’oriente si apre all’ occidente attraverso la pratica del Viet Tai Chi e viceversa?
Noi siamo sempre stati affascinati dalle tecniche orientali e dal loro mondo, però non abbiamo la stessa mentalità, cultura, alimentazione, clima… L’unica cosa che noi occidentali possiamo fare per avvicinarci al mondo orientale, è praticare le loro discipline, senza cercare di capirle, ma facendole. Siamo troppo razionali, dobbiamo lasciarci andare di più, fare senza chiedere ogni volta il perché di quel determinato movimento.
La consapevolezza e percezione delle forme del primo anno ad oggi come è cambiata?
La consapevolezza si acquisisce un po’ alla volta, pian piano viene automatico. Prima si capisce un movimento e poi si passa al successivo; funziona così fino a quando il movimento diventa fluido ma più consapevole. Alla fine raggiungi la fase in cui pensi solo al poema, e il corpo si muove di conseguenza.
Ci sono stati dei momenti in cui la stanchezza e la vita di tutti i giorni hanno preso il sopravvento sulla pratica?
Si, Ci sono stati, ma non hanno preso il sopravvento. Forse una volta, appena finiti degli esami, ho preso una piccola pausa perché venivo da un periodo di preparazione stressante, e non c’era il mio anno in palestra; così mi sono fermato per qualche mese.
Quali sono i doveri degli allievi verso i maestri e viceversa?
I doveri dei maestri verso gli allievi, è quello di essere sempre obbiettivi e sinceri. Se devo elogiare un allievo lo faccio davanti a tutti, anche se lo devo correggere perché potrebbe aiutare gli altri; ma se vedo che tiene un comportamento sbagliato in palestra, lo faccio privatamente; non voglio umiliare l’allievo ma desidero che capisca che l’arte marziale si basa sul rispetto.
L’allievo verso il maestro deve accettare senza replicare, è il maestro che decide la lezione da tenere.
Ha una massima o una citazione propria od altrui che usa?
Non bisogna cercare il successo per essere felici, ma essere felici per avere successo.
È una cosa che si applica anche allo studio delle forme; la felicità è sapere di avere fatto bene una forma, anche se non l’hai imparata tutta, ma quello che hai fatto, l’hai fatto bene e ci sei riuscito.
Ha un aneddoto come maestro e come allievo?
Facendo l’esame del ventaglio per il IV Dang, ho spezzato il ventaglio. Mentre facevo la forma, ho sentito il ventaglio spezzarsi a metà, così nel dubbio se fermarmi e cambiarlo per ripartire, ho finito la forma con il ventaglio a penzoloni.